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dai GIORNALI di OGGI

Le famiglie italiane sono indebitate in media per 15.067,76 euro. Il dato, riferito al dicembre 2008, risulta da un'indagine della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre.

indagine della Cgia (Artigiani) di Mestre

Famiglie italiane, debiti per 15 mila euro

Lodi , Roma e Milano le più indebitate

In gran parte mutui per la casa, prestiti per beni mobili, credito al consumo, finanziamenti per ristrutturazioni

Per le banche costi dai 140 e i 20 milioni in otto anni

MILANO - In Italia è boom di carte dormienti.

Quelle emesse e mai attivate in Italia sono 21,5 milioni, il 57% di quelle in circolazione

Paesi euro: inflazione -0,7% a luglio

Calo superiore alle attese

In Italia -0,1%, secondo i dati Istat invece la differenza è stata nulla

2009-08-14

Ingegneria Impianti Industriali

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Dalessandro Giacomo

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

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2009-08-14

indagine della Cgia (Artigiani) di Mestre

Famiglie italiane, debiti per 15 mila euro

Lodi , Roma e Milano le più indebitate

In gran parte mutui per la casa, prestiti per beni mobili, credito al consumo, finanziamenti per ristrutturazioni

MESTRE - Le famiglie italiane sono indebitate in media per 15.067,76 euro. Il dato, riferito al dicembre 2008, risulta da un'indagine della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre. L'indebitamento è in gran parte dovuto ai mutui per l'acquisto della casa, ai prestiti per l'acquisto di beni mobili, al credito al consumo, ai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili.

DIFFERENZE - A livello provinciale, il maggiore indebitamento è carico delle famiglie di Lodi (20.960 euro), seguite da Roma (20.953 euro) e Milano (20.857 euro). Tra le meno indebitate, le famiglia sarde. "Le province più indebitate sono quelle che presentano anche i livelli di reddito più elevati", afferma Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre. "Tra le famiglie in difficoltà vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Però, considerando i forti investimenti degli scorsi anni nel settore immobiliare, questo indebitamento preoccupa relativamente. Altra cosa è la variazione registrata tra il 2002 e il 2008". Infatti dall'introduzione dell'euro (gennaio 2002) l'indebitamento medio delle famiglie italiane è cresciuto dell'81%, con il record in provincia di Chieti: +118%. Sopra della media nazionale ci sono molte provincie di Puglia, Campania e Abruzzo, dato forse legato alla crisi economica che ha costretto molte famiglie a prestiti bancari.

14 agosto 2009

 

 

 

 

Per le banche costi dai 140 e i 20 milioni in otto anni

Boom di carte di credito "dormienti"

Quelle emesse e mai attivate in Italia sono 21,5 milioni, il 57% di quelle in circolazione

MILANO - In Italia è boom di carte dormienti. Le tessere emesse dalle banche del nostro Paese ma poi non attivate dagli utenti, sostiene una ricerca di Cpp Italia, sono (stando ai dati aggiornati al 2008) 21,5 milioni, più della metà (il 57%) di quelle in circolazione. Una proliferazione selvaggia con un costo, per il sistema bancario, compreso tra i 140 e i 250 milioni in otto anni. L'analisi fatta dalla filiale italiana della multinazionale inglese specializzata in protezione di carte di pagamento rileva che, a fronte di una crescita del 122% delle carte di credito in circolazione tra il 2000 e il 2008, si è avuto un progressivo aumento delle carte dormienti, il cui peso percentuale è salito dal 45% al 57%. Nel 2000 le carte in circolazione erano quasi 17 milioni, con un numero di dormienti, pari a 7,6 milioni. Una crescita media del 10,5% annuo, ha portato nel 2008 il numero delle carte a toccare quota 37,6 milioni nel 2008, di cui però solo 16,1 milioni attive.

COSTI FINO A 250 MILIONI - Ogni anno vengono sfornate 1,8 milioni di carte destinate a rimanere sepolte nei portafogli degli italiani. Secondo Cpp, l'emissione di una carta di credito ha un costo per le banche di 10 euro nel primo anno di vita: visto che negli ultimi otto anni sono state emesse 14 milioni di carte rimaste dormienti, il costo sostenuto dal sistema bancario per carte che non danno ritorni è di circa 140 milioni. Ma il conto è destinato a lievitare fino a 250 milioni se, come sostiene Cpp, si considera che nel secondo e terzo anno di vista una carta inattiva costa 3-4 euro all'anno all'emittente.

"SINTOMO DI SFIDUCIA" - Si tratta di "un ulteriore sintomo di sfiducia dei cittadini verso le banche" avvertono Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti rispettivamente di Adusbef e Federconsumatori. "Se ogni anno vengono sfornate 1,8 milioni di carte destinate a rimanere sepolte nei portafogli degli italiani" c'è un problema che deriva "semplicemente dalla scarsa fiducia degli italiani verso banche e società emittenti ed anche dalle elevatissime commissioni, che scaricandosi sui prezzi vengono pagate dai consumatori". La ricerca, spiegano comunque le associazioni dei consumatori, "analizza i costi sostenuti dal sistema bancario per carte che non danno ritorni", ma vengono omessi "i costi di gestione delle carte per gli utenti ed i rinnovi, che arrivano a superare anche i 30 euro l'anno".

L'USO DELLE CARTE IN EUROPA - Tornando alle carte di credito, l'uso è più diffuso in Inghilterra (2,7 carte di pagamento per abitante), Lussemburgo (1,99) e Olanda (1,91). L'Italia è solo al 17/esimo posto, con 1,25 carte a testa, dietro anche a Estonia, Cipro, Malta e Grecia, oltre che a Germania, Turchia, Francia, Slovenia e altri ancora. I problemi più ricorrenti nei pagamenti con carta si riscontrano in Spagna (31% tra i 'sinistrì analizzati), Francia (12%), Stati Uniti (9%) e Brasile (7%).

14 agosto 2009

 

 

 

 

Calo superiore alle attese

Paesi euro: inflazione -0,7% a luglio

In Italia -0,1%, secondo i dati Istat invece la differenza è stata nulla

BRUXELLES - Calo record dell'inflazione a luglio nei sedici Paesi dell'euro. Secondo i dati diffusi da Eurostat, il tasso annuo d'inflazione è stato pari a -0,7%, un risultato mai registrato dalla nascita dell'euro (gennaio 2002). Il dato è più basso delle stime degli analisti, che prevedevano un calo dello 0,6%. Al netto del cibo e dell'energia, i prezzi sono scesi dello 0,5% su base mensile e sono cresciuti dell'1,2% su base annuale. Un anno fa il tasso d'inflazione era al 4%. I tassi d’inflazione più bassi sono stati quelli di Irlanda (-2,6%), Belgio (-1,7%) e Lussemburgo (-1,5%). I più alti sono stati quelli di Romania (+5%), Ungheria (+4,9%) e Polonia (+4,5%).

ITALIA - In Italia, secondo i dati Eurostat, l'indice dei prezzi al consumo a luglio è sceso a -0,1%, mentre un anno fa era al 4%. Secondo i dati Istat diffusi due giorni fa, invece, l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha presentato una variazione nulla rispetto al mese di giugno.

 

14 agosto 2009

REPUBBLICA

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2009-08-14

I dati di Eurostat mostrano il raffreddamento dei prezzi più forte

dall'introduzione della moneta unica. L'Italia è a -0,1%

Inflazione in Eurolandia

a luglio calo record: -0,7%

Inflazione in Eurolandia a luglio calo record: -0,7%

ROMA - Calo record dell'inflazione a luglio in Eurolandia, oltre le stime del mese scorso: secondo i dati diffusi oggi da Eurostat, a luglio il tasso annuo d'inflazione è stato pari a -0,7%, un risultato mai registrato dall'introduzione della moneta unica. Un anno fa il tasso d'inflazione era al 4%. In Italia, secondo i dati, l'indice dei prezzi al consumo a luglio è sceso a -0,1%, mentre un anno fa era al 4%.

Nell'Unione a 27, l'inflazione annuale è stata dello 0,2% a luglio, quando a giugno era allo 0,6%. Un anno fa, il tasso era al 4,4%. Rispetto a giugno, è a -0,5%.

Eurostat ha registrato il tasso più basso di inflazione in Irlanda (-2,6%), Belgio (-1,7%) e Lussemburgo (-1,5%) e il più alto in Romania (5%), Ungheria (4,9%), Polonia (4,5%). Rispetto a giugno 2009, l'inflazione annua è calata in 20 Stati membri, rimasta stabile in uno e aumentata in cinque.

La media annua più bassa degli ultimi dodici mesi, fino al luglio scorso, è stata quella di Portogallo, Irlanda (0,5%) e Germania, Francia e Lussemburgo (1,1%), mentre quella più alta in Lettonia (8,8%), Lituania (7,8%) e Romania (6,6%).

Nella zona euro, i prodotti principali con il tasso annuo più alto sono alcol e tabacco (4,4%), beni e servizi (2,1%) e casalinghi (1,7%). Mentre il tasso più basso è stato registrato per i trasporti (-5,5%), case (-1,8%) e alimenti (-1%).

(14 agosto 2009)

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-08-14

Crisi, il reddito medio è di 18.900 euro ma non al sud

Neanche a dirlo, la Lombardia è la più ricca e la Calabria la più povera. È il dato che emerge da un'indagine che mette in fila le Regioni italiane tenendo conto dai redditi denunciati dai propri abitanti e dove risulta che tutto il Sud ha un reddito pro-capite inferiore alla media nazionale.

La classifica è stata stilata da Ancot, associazione nazionale consulenti tributari, sulle anticipazioni dei dati diffuse dal Dipartimento delle Finanze relative alle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2008 e riferite ai redditi del 2007.

La graduatoria pone la Lombardia sul gradino più alto del podio, con un reddito medio nel 2007 di quasi 22.500 euro, quasi quattromila euro oltre la media nazionale, che si è attestata a 18.900 euro. Seguono il Lazio (oltre 21.000 euro), al terzo posto l'Emilia Romagna (circa 20.500). In coda alla lista Molise (14.390 euro), Basilicata (14.180 euro) e Calabria, fanalino di coda con una denuncia dei redditi media di 13.410 euro per persona.

14 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

Famiglie indebitate per 15 mila euro: Lodi e Roma in testa

La provincia più "sofferente" è Lodi con 20.960 euro. Segue Roma con 20.954 euro e Milano con 20.857 euro. Dall'introduzione dell'euro ad oggi l'indebitamento medio delle famiglie italiane è cresciuto del'81%. Lo indica un'analisi della Cgia di Mestre secondo la quale l'indebitamento è causato dall'accensione di mutui per l'acquisto della casa, dai prestiti per l'acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili.

Una lievitazione che ha toccato nel dicembre del 2008 i 15.000 euro (precisamente 15.067,6 euro). A livello provinciale al quarto posto troviamo Trento (20.750,8 euro), di seguito Reggio Emilia (20.105,4 euro), Prato (19.902,06 euro) e via via tutte le altre. "Questi dati vanno interpretati - sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - perchè le province più indebitate sono quelle che presentano anche i livelli di reddito più elevati. È chiaro che tra queste famiglie in difficoltà vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, appare evidente che la forte esposizione di queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente. Altra cosa - prosegue Bortolussi - è quando analizziamo la variazione di crescita dell'indebitamento medio registrato tra il 2002 e il 2008. Al di sopra del dato medio nazionale troviamo molte realtà provinciali della Puglia, della Campania e dell'Abruzzo. Ciò sta a significare che questo aumento è probabilmente legato all'aggravarsi della crisi economica che ha indotto molte famiglie a ricorrere a prestiti bancari per affrontare questa difficile situazione".

Secondo Cgia a vivere con minore ansia la preoccupazione di un debito da onorare nei confronti degli istituti di credito o degli istituti finanziari sono le famiglie sarde, in particolare quelle residenti nella provincia di Olbia-Tempio (3.259,5 euro) euro), di Medio Campidano (3.053,9 euro euro), di Ogliastra (2.950,9 euro) e, infine, quelle di Carbonia-Iglesias (2.867,9 euro).

Il record della crescita del debito delle famiglie avvenuta tra il 1ø gennaio 2002 (data dell'introduzione dell'euro) e il 31 dicembre 2008, invece, appartiene alla provincia di Chieti che in questi 6 anni è stato del +117,85%. Segue Piacenza con un aumento del 117,01%, Reggio Emilia con +115,76 %, Caserta con +115,53% e Napoli con +110,78%. Chiude la classifica Bolzano con il +42,76% e Potenza con +39,37%. Sempre in questo periodo la crescita media dell'indebitamento delle famiglie italiane è stata del +81,28%.

14 agosto 2009

 

 

 

 

Calo record dell'inflazione: a luglio meno 07%

Calo record dell'inflazione a luglio in Eurolandia, oltre le stime del mese scorso: secondo i dati diffusi oggi da Eurostat, a luglio il tasso annuo d'inflazione è stato pari a -0,7%, un risultato mai registrato dalla nascita dell'euro.

Un anno fa il tasso d'inflazione era al 4%. In Italia, secondo i dati, l'indice dei prezzi al consumo a luglio è sceso a -0,1%, mentre un anno fa era al 4%

14 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-08-14

Inattiva più della metà

delle carte di credito

14 agosto 2009

In Italia sono milioni le carte di credito dormienti, cioè quelle emesse dalla banche e poi non attivate dagli utenti. Per la precisione, da quanto emerge da una ricerca di Cpp Italia, filiale italiana della multinazionale inglese specializzata nella protezione delle carte di pagamento, nel 2008 le tessere inattive erano circa 21,5 milioni, il 57% cioè di quelle emesse complessivamente (37,8 milioni). Siccome il costo di ogni nuova carta per la banca è di 10 euro, secondo i calcoli di Cpp, dal 2000 al 2008 per carte mai utilizzate sono stati bruciati 140 milioni di euro. Ma il conto è destinato a lievitare fino a 250 milioni se, come sostiene Cpp, si considera che nel secondo e terzo anno di vita una carta inattiva costa 3-4 euro all'anno all'emittente.

A fronte di una crescita del 122% delle carte di credito in circolazione tra il 2000 e il 2008, si è avuto un aumento più che progressivo delle carte "dormienti", il cui peso percentuale è salito dal 45% al 57%. Nel 2000 le carte in circolazione erano quasi 17 milioni, con un numero di "dormienti", pari a 7,6 milioni. Una crescita media del 10,5% annuo, ha portato nel 2008 il numero delle carte a toccare quota 37,6 milioni nel 2008, di cui però solo 16,1 milioni attive.

Ogni anno vengono sfornate 1,8 milioni di carte destinate a rimanere sepolte nei portafogli degli italiani.

Si tratta di "un ulteriore sintomo di sfiducia dei cittadini verso le banche, avvertono però Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti rispettivamente di Adusbef e Federconsumatori. "Se ogni anno vengono sfornate 1,8 milioni di carte destinate a rimanere sepolte nei portafogli degli italiani" c'è un problema che deriva "semplicemente dalla scarsa fiducia degli italiani verso banche e società emittenti ed anche dalle elevatissime commissioni, che scaricandosi sui prezzi vengono pagate dai consumatori". La ricerca, spiegano comunque le associazioni dei consumatori, "analizza i costi sostenuti dal sistema bancario per carte che non danno ritorni", ma vengono omessi "i costi di gestione delle carte per gli utenti ed i rinnovi, che arrivano a superare anche i 30 euro l'anno".

Tornando alle carte di credito, l'uso è più diffuso in Inghilterra (2,7 carte di pagamento per abitante), Lussemburgo (1,99) e Olanda (1,91). L'Italia è solo al diciassettesimo posto, con 1,25 carte a testa, dietro anche a Estonia, Cipro, Malta e Grecia, oltre che a Germania, Turchia, Francia, Slovenia e altri ancora. I problemi più ricorrenti nei pagamenti con carta si riscontrano in Spagna (31% tra i "sinistri" analizzati), Francia (12%), Stati Uniti (9%) e Brasile (7%).

14 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

Calo record per l'inflazione

di Eurolandia, a luglio -0,7%

Il comunicato dell'Eurostat

"Dai nostri archivi"

Sorpresa, i prezzi corrono al Sud

Inflazione zero a luglio, i prezzi ripartiranno solo nel 2010

Inflazione al palo a luglio, dato ai minimi da 50 anni

La deflazione avanza. Prezzi ai minimi dal '68

Inflazione, si riduce il differenziale tra l'Italia ed Eurolandia

A luglio l'inflazione annuale nell'eurozona si é attestata a -0,7%, al livello record dal 1997, cioé da quando l'Eurostat elabora tali statistiche. Il dato è stato rivisto rispetto al -0,6% indicato dalla stima flash del 31 luglio. A giugno era -0,1%, un anno prima al 4% mentre l'inflazione mensile fa segnare -0,7% a luglio. Nella Ue l'inflazione annuale é scesa allo 0,2% dallo 0,6% di giugno. Un anno prima era al 4,4%; inflazione mensile a -0,5%.

Nell'eurozona le componenti principali con alti tassi annuali di inflazione a luglio sono stati alcol e tabacco (+4,4%), hotel e beni e servizi vari (+2,1%) mentre quelli con tassi più bassi sono stati trasporti (-5,5%), casa (-1,8%) e cibo (-1%). Per quanto riguarda i sub indici, ristoranti e caffé (+0,19%, affitti (+0,16%), tabacco (+0,14%) hanno avuto il più forte impatto al rialzo; carburanti per trasporti, olio da riscaldamento e gas hanno avuto il più forte impatto al ribasso. Le componenti con tassi mensili più elevati sono state cultura e svaghi (+1,3%), hotel e ristoranti (+1%) e alcol e tabacchi (+0,5%) mentre abbigliamento (-9,8%), cibo (-0,6%) e casa (-0,5%) sono stati quelli con tassi mensili più bassi. Nel dettaglio, i pacchetti vacanze (+0,16%) hanno avuto l'impatto più alto al rialzo mentre i vestiti (-0,52%) quello maggiore al ribasso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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